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Curare il movimento attraverso il movimento
Percorsi individuali

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Adolescenti

Bambini

Adulti

Dalla preadolescenza (10-14 anni) fino a tutta l’adolescenza (15-20 anni), ragazzi e ragazze si trovano mirabilmente impegnati a gestire la perdita e la riconquista del proprio equilibrio, sia fisico che psicologico. Se nella prima fase la loro individualità è impegnata ad afferrare il corpo fin dentro le membra, conquistando la maturità terrestre, nella seconda fase essa cerca di manifestarsi all’esterno, verso il mondo. Il movimento in questi anni è un fondamentale strumento per compenetrare e gestire il proprio corpo, per avere con esso una relazione che non ostacoli l’espressione dell’io, bensì che la favorisca.

Sebbene in questi anni i ragazzi preferiscano praticare il movimento in compagnia di amici, ci sono situazioni in cui degli incontri individuali possono risultare comunque molto utili.

Gli incontri comprendono sia esercizi e tecniche di Spacial Dynamics® che esercizi di Ginnastica Bothmer®, creati per far vivere il legame tra movimento esteriore e movimento interiore in ogni passaggio evolutivo del ragazzo. Si praticano all’occorrenza esercizi per equilibrare il rapporto muscolare tra forza e mobilità, esercizi di destrezza con piccoli attrezzi o di ginnastica su attrezzi aerei.

Il ragazzo, fedele a sé stesso, si mette in gioco solo se sente intimamente di volerlo. Prende consapevolezza e sperimenta nel movimento che attuare un cambiamento è possibile. Percependo meglio il proprio corpo e il proprio spazio personale, si crea una dimensione di "nuova sicurezza", in cui le chiusure possono allentarsi verso l’apertura e le esuberanze trovare un contenimento.

Curare il movimento nel bambino significa prendersi cura di ciò che sta alla base di tutto il suo sviluppo futuro.

Se le aree dello sviluppo psico-motorio non mantengono nella loro crescita un'armoniosa alternanza, si crea fra loro un divario, che se eccessivo genera degli squilibri. Questi vengono comunicati dal bambino in vari modi (movimento, linguaggio, concentrazione, comportamento, …) e accolti dall’adulto come una richiesta di comprensione. 

Gli incontri si svolgono seguendo un ritmo che orienti e metta a proprio agio il bambino. Si alternano momenti di maggiore quiete, con tecniche di Spacial Dynamics® ed esercizi di integrazione riflessi BRMT, a momenti di maggiore espansione e spontaneità motoria, con esercizi sensoriali, coordinativi, aerei, eccetera.

Attraverso le immagini e il gioco, l’esercizio non è mai fine a sé stesso e l’esperienza motoria non rischia di chiudersi nella meccanicità del gesto, per invece essere afferrata dall’intero essere del bambino.

I materiali naturali (sabbia, sassi, legni, pula, tessuti, ecc.) sono il principale strumento per la rieducazione sensoriale. 

I genitori sono considerati parte attiva nel percorso. Dopo un primo colloquio in cui raccontano la storia del bambino, vengono aggiornati almeno ogni 4 incontri.

Il bambino si identifica con l’immagine che gli adulti hanno di lui, pertanto, per sostenere la sua evoluzione - il cammino verso il riconoscimento di sé - è importante che l’immagine che i genitori hanno di lui non sia mai rigida, ma mutevole e aggiornata ai cambiamenti del bambino.

Il genitore deve poter essere ascoltato nel suo vissuto, così da divenire più consapevole e sicuro della propria azione educativa.

Ogni individuo ha la propria storia e crea le proprie abitudini, i propri schemi di movimento. Questi a volte risultano essere limitanti o disfunzionali, generando una sensazione di inefficienza o disagio riguardo al proprio corpo. Ma il disagio può anche essere avvertito ad un altro livello, come nelle emozioni, nel respiro, nei disturbi del sonno, nelle capacità cognitive o relazionali e quando la persona ne prende coscienza, cerca di comprenderlo o trasformarlo. Radicandosi fin nel temperamento della persona, l’abitudine è difficile da cambiare, richiede molta forza di volontà e partire dal movimento è un'ottima opportunità per riuscire ad accenderla e per darle un orientamento.

Curare il proprio movimento è l’occasione per sciogliere questioni ‘messe nel cassetto’, tensioni di diversa natura, ma soprattutto è l’opportunità di apprendere uno strumento e farlo proprio. Grazie a un graduale risveglio di percezione, la consapevolezza dello spazio diviene infatti uno strumento di auto-educazione. 

Gli incontri si configurano nei contenuti a partire dall'osservazione della persona, della sua postura, del suo muoversi nell’ambiente e dall'ascolto del vissuto corporeo. Si alternano momenti in cui la persona resta seduta o distesa ed è attiva nel percepire le forme che fluiscono intorno al corpo, attraverso tecniche di Spacial Dynamics®, ad altri momenti in cui la persona esegue attivamente esercizi di varia natura a seconda del bisogno: esercizi posturali, antalgici, di coordinazione o esercizi a corpo libero di Ginnastica Bothmer® e Spacial Dynamics®,  sperimentando i propri movimenti, il ritmo e le dinamiche.
Dal dialogo costante con la persona, la terapista delinea le successive proposte di movimento.